Oggi, dopo anni, ho riaperto una finestra, dopo anni che era chiusa, e una pallida luce invernale è entrata nella mia camera. E così ho salutato il mio Natale.
Si, perchè il Natale è la festa della Luce, che le varie religioni hanno declinato nei tanti modi possibili.
Intorno alla data del 25 Dicembre, infatti, quasi tutti i popoli hanno sempre celebrato la nascita dei loro esseri divini o soprannaturali: in Egitto si festeggiava la nascita del dio Horus e di suo padre, Osiride, che si credeva fosse nato nello stesso periodo; nel Messico pre-colombiano nasceva il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone o Adonis; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente; Krishna, in India; Scing-Shin in Cina; in Persia, si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore ed a Babilonia vedeva la luce il dio Tammuz, “Unico Figlio” della dea Istar, rappresentata col figlio divino fra le braccia e con, intorno al capo, un’aureola di dodici stelle.
Nel giorno del Natale il Sole, che nel suo moto annuo lungo l’eclittica viene a trovarsi alla sua minima declinazione nel punto più meridionale dell’orizzonte Est della Terra, che culmina a mezzogiorno alla sua altezza minima (a quell’ora, cioè, è allo Zenit del tropico del Capricorno) e manifesta la sua durata minima di luce (all’incirca, 8 ore e 50/55 minuti); raggiunto il punto più meridionale della sua orbita e facendo registrare il giorno più corto dell’anno, riprende, da questo momento, il suo cammino ascendente.
Nell'antica Roma, in una data compresa tra il 21 e il 25 dicembre, si celebrava solennemente la rinascita del Sole, il Dies Natalis Solis Invicti, il giorno del Natale del Sole Invitto.
Dunque, io non riesco a capire perchè questo Natale 2007 sia da vivere in tono minore. Sicuramente avrete notato che in giro i segni tradizionali del natale vanno scomparendo. Quasi fosse un delitto perpetuare una tradizione millenaria. Le solite cicale dicono che rischieremmo di offendere gli "altri". E così via presepi, alberi, cenni a Cristo e ad Angeli vari. In Inghilterra, patria da sempre di queste idee stupidamente all'insegna del politically-correct, hanno addirittura messo in vendita degli scialbi biglietti che dicono "Season greetings": auguri di stagione.
Io rivoglio il mio Natale, pagano o cristiano che sia. Che nessuno me lo tocchi!