lunedì 31 dicembre 2007

Come le foglie



Come foglie secche, i giorni di questo 2007 sono caduti via. Tutti, uno dopo l'altro.
Ed ecco ora noi, nudi, al freddo, ad aspettare che germogli la vita sulle nostra membra secche. Nuovi giorni, nuove fatiche, nuove sorprese. Gioie, forse.

Ora mi assale l'odore indiscreto del marcio.

Che sia un buon anno.

domenica 30 dicembre 2007

Universo

Parlami dell' Universo,
di un codice stellare che morire non può.
Di anime in continuo mutamento e abbracci nucleari estesi nell' immensità,
dove tu mi stai aspettando adesso.
Dentro a una vertigine che danza,
e ci porta al di là del tempo,
sino a ritornare sulle labbra,
l' incanto è lo stesso, perché niente è cambiato anche se tutto è diverso.
Cantami dell'Universo
di un codice stellare che mentire non può.
Cadono nel vuoto in un momento
miliardi di segnali che accendono l' immensità,
dove tu lo sai che poi mi perdo
dentro a una vertigine che danza,
e ci porta al di la del tempo,
sino a ritornare sulle labbra,
l'incanto è lo stesso, perché niente è cambiato anche se tutto è diverso.
Perché niente è cambiato anche se tutto sembra diverso.
Miliardi di segnali che accendono l'immensità
dentro a una vertigine che danza
e ci porta al di la del tempo
Sino a ritornare sulle labbra l' incanto è lo stesso e tu sei
dentro a una vertigine che danza
e ci porta al di la del tempo.
Dentro a una vertigine che danza, ci porta al di la del tempo

Cristina Donà

martedì 25 dicembre 2007

Omaggio a Charlie Chaplin


"La mia immagine agli occhi dell'uomo della strada? Una figura patetica, malvestita, la bombetta ammaccata, i calzoni con la vita alle ascelle, le scarpe lunghe lunghe e una canna da passeggio: riassume tutta la mia filosofia...Quando le sue speranze, i suoi sogni e le sue aspirazioni si dissolvono nella futilità e nel nulla, lui si stringe nelle spalle e gira i tacchi.Ciò dimostra come tra il riso e le lacrime il passo sia breve, e viceversa."

lunedì 24 dicembre 2007

Letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
lo scorso anno ho saltato la tradizione della lettera perchè sapevo che eri finito dietro le sbarre per quella brutta storia di intercettazioni renne ed elfi. Ma tutto è bene quel che finisce bene...
E ora torno ad esprimere a te i miei desideri.
Innanzitutto, voglio che invece dei cervelli siano le teste di cazzo a scappare dall'Italia.
Bhe, sarebbe una genialata, non credi? Poi vorrei un macchinino per intercettare chi voglio. Oramai è così divertente leggere le conversazioni di tutti che non vedo perchè non possa essere già io a spiare chi mi interessa.

Poi voglio un giardino, sì, un bellissimo giardino, grande, con tanto prato ed alberi altissimi. La vita in città, nella mia pur bella mansarda, a volte la sento stretta.

A proposito di strettezze, ma quel desiderio che ho espresso qualche anno fa? Senti, non è un problemino leggero, ma farmi dimagrire magicamente in una notte credo non sia impossibile. Mica sto chiedendoti la pace nel mondo!

Non chiedo altro. Ti auguro una fredda notte di gelo.

p.s. Se una delle renne schiatta ti presto il mio Oscar, che ha sempre voglia di farsi un giro a far la pipì nei salotti altrui.

domenica 23 dicembre 2007

"La piccola fiammiferaia" di H. C. Andersen

Era l'ultimo giorno dell'anno: faceva molto freddo e cominciava a nevicare. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa, aveva ai piedi le pantofole che, però, non aveva potuto tenere per molto tempo, essendo troppo grandi per lei e già troppo usate dalla madre negli anni precedenti. Le pantofole erano così sformate che la bambina le aveva perse attraversando di corsa una strada: una era caduta in un canaletto di scolo dell'acqua, l'altra era stata portata via da un monello. La bambina camminava con i piedi lividi dal freddo. Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non era riuscita a vendere a nessuno perché le strade erano deserte. Per la piccola venditrice era stata una brutta giornata e le sue tasche erano vuote. La bambina aveva molta fame e molto freddo. Sui suoi lunghi capelli biondi cadevano i fiocchi di neve mentre tutte le finestre erano illuminate e i profumi degli arrosti si diffondevano nella strada; era l'ultimo giorno dell'anno e lei non pensava ad altro! Si sedette in un angolo, fra due case. Il freddo l'assaliva sempre più. Non osava ritornarsene a casa senza un soldo, perché il padre l'avrebbe picchiata. Per riscaldarsi le dita congelate, prese un fiammifero dalla scatola e crac! Lo strofinò contro il muro. Si accese una fiamma calda e brillante. Si accese una luce bizzarra, alla bambina sembrò di vedere una stufa di rame luccicante nella quale bruciavano alcuni ceppi. Avvicinò i suoi piedini al fuoco... ma la fiamma si spense e la stufa scomparve. La bambina accese un secondo fiammifero: questa volta la luce fu così intensa che poté immaginare nella casa vicina una tavola ricoperta da una bianca tovaglia sulla quale erano sistemati piatti deliziosi, decorati graziosamente. Un'oca arrosto le strizzò l'occhio e subito si diresse verso di lei. La bambina le tese le mani... ma la visione scomparve quando si spense il fiammifero. Giunse così la notte. "Ancora uno!" disse la bambina. Crac! Appena acceso, s'immaginò di essere vicina ad un albero di Natale. Era ancora più bello di quello che aveva visto l'anno prima nella vetrina di un negozio. Mille candeline brillavano sui suoi rami, illuminando giocattoli meravigliosi. Volle afferrarli... il fiammifero si spense... le fiammelle sembrarono salire in cielo... ma in realtà erano le stelle. Una di loro cadde, tracciando una lunga scia nella notte. La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta. La vecchia nonna le aveva detto spesso: Quando cade una stella, c' è un'anima che sale in cielo". La bambina prese un'altro fiammifero e lo strofinò sul muro: nella luce le sembrò di vedere la nonna con un lungo grembiule sulla gonna e uno scialle frangiato sulle spalle. Le sorrise con dolcezza.
- Nonna! - gridò la bambina tendendole le braccia, - portami con te! So che quando il fiammifero si spegnerà anche tu sparirai come la stufa di rame, l'oca arrostita e il bell'albero di Natale.
La bambina allora accese rapidamente i fiammiferi di un'altra scatoletta, uno dopo l'altro, perché voleva continuare a vedere la nonna. I fiammiferi diffusero una luce più intensa di quella del giorno:
"Vieni!" disse la nonna, prendendo la bambina fra le braccia e volarono via insieme nel gran bagliore. Erano così leggere che arrivarono velocemente in Paradiso; là dove non fa freddo e non si soffre la fame! Al mattino del primo giorno dell'anno nuovo, i primi passanti scoprirono il corpicino senza vita della bambina. Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto!

sabato 22 dicembre 2007

Solstizio d'inverno

Oggi, dopo anni, ho riaperto una finestra, dopo anni che era chiusa, e una pallida luce invernale è entrata nella mia camera. E così ho salutato il mio Natale.

Si, perchè il Natale è la festa della Luce, che le varie religioni hanno declinato nei tanti modi possibili.

Intorno alla data del 25 Dicembre, infatti, quasi tutti i popoli hanno sempre celebrato la nascita dei loro esseri divini o soprannaturali: in Egitto si festeggiava la nascita del dio Horus e di suo padre, Osiride, che si credeva fosse nato nello stesso periodo; nel Messico pre-colombiano nasceva il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone o Adonis; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente; Krishna, in India; Scing-Shin in Cina; in Persia, si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore ed a Babilonia vedeva la luce il dio Tammuz, “Unico Figlio” della dea Istar, rappresentata col figlio divino fra le braccia e con, intorno al capo, un’aureola di dodici stelle.

Nel giorno del Natale il Sole, che nel suo moto annuo lungo l’eclittica viene a trovarsi alla sua minima declinazione nel punto più meridionale dell’orizzonte Est della Terra, che culmina a mezzogiorno alla sua altezza minima (a quell’ora, cioè, è allo Zenit del tropico del Capricorno) e manifesta la sua durata minima di luce (all’incirca, 8 ore e 50/55 minuti); raggiunto il punto più meridionale della sua orbita e facendo registrare il giorno più corto dell’anno, riprende, da questo momento, il suo cammino ascendente.
Nell'antica Roma, in una data compresa tra il 21 e il 25 dicembre, si celebrava solennemente la rinascita del Sole, il
Dies Natalis Solis Invicti, il giorno del Natale del Sole Invitto.

Dunque, io non riesco a capire perchè questo Natale 2007 sia da vivere in tono minore. Sicuramente avrete notato che in giro i segni tradizionali del natale vanno scomparendo. Quasi fosse un delitto perpetuare una tradizione millenaria. Le solite cicale dicono che rischieremmo di offendere gli "altri". E così via presepi, alberi, cenni a Cristo e ad Angeli vari. In Inghilterra, patria da sempre di queste idee stupidamente all'insegna del politically-correct, hanno addirittura messo in vendita degli scialbi biglietti che dicono "Season greetings": auguri di stagione.

Io rivoglio il mio Natale, pagano o cristiano che sia. Che nessuno me lo tocchi!

venerdì 14 dicembre 2007

giovedì 13 dicembre 2007

There is more fear than hope


Perché gli italiani sono il popolo più infelice dell'Europa Occidentale? Il quotidiano New York Times cerca oggi di trovare una risposta a questa domanda in un lungo articolo in prima pagina che analizza il "malessere" degli italiani.
«Tutto il mondo ama l'Italia, ma l'Italia non si vuole più bene: c'è un senso di malessere generale nel paese». E, per dirla con il neosegretario del Partito democratico, Walter Veltroni, scrive l'autore del pezzo, Ian Fisher, «There is more fear than hope», gli italiani hanno più paure che speranze».

Il New York Timest sottolinea che il "malessere" dell'Italia si estende a tutti i campi: economia, politica, vita sociale. «I problemi che affliggono gli italiani sono in gran parte non nuovi - osserva il giornale - e questa può essere proprio il problema maggiore. L'Italia ha creato la sua maniera di appartenere all'Europa, lottando come pochi altri paesi hanno fatto, con una politica di divisione, una crescita economica irregolare, il crimine organizzato e un senso tenue dello Stato», rileva il quotidiano americano. Il senso di frustrazione nasce anche dal fatto che i vecchi problemi della società italiana continuano a resistere e in alcuni casi si sono aggravati «mentre il mondo esterno continua a correre più rapidamente».

« - osserva il New York Times - Nel 1987 l'Italia aveva celebrato la sua parità economica con la Gran Bretagnaadesso la Spagna, entrata nella Unione Europea solo un anno prima, è sul punto di fare il sorpasso mentre l'Italia è già caduta di nuovo dietro la Gran Bretagna». I dati mostrano una Italia più povera e più vecchia, dove la qualità della vita sta peggiorando, dove aumentano i divorzi e dove il tasso di natalità continua ad essere tra i più bassi d'Europa. Un problema è che alcuni dei punti di forza del paese si stanno trasformando adesso in debolezze. Uno degli esempi più evidenti è quello, in campo economico, delle aziende piccole e medie che, dopo avere avuto per lungo tempo un ruolo di traino, adesso sono sempre più in difficoltà nell'era della economia globale.

Il malessere politico degli italiani è simboleggiato, rileva il New York Times, dalla ascesa del comico Beppe Grillo. Sono diventati best-seller in Italia libri come "La Casta" e "Gomorra" che attaccano il comportamento dei politici. La ricerca della University of Cambridge che ha mostrato che gli italiani sono i più infelici tra 15 nazioni dell'Europa Occidentale esaminate, mostra un collegamento tra fiducia nel proprio parlamento e livello di insoddisfazione di una nazione. I più felici sembrano i danesi (che hanno fiducia al 64 per cento nelle istituzioni), i più infelici sono gli italiani (solo il 36 per cento si fida). L'ex-premier Silvio Berlusconi ha perduto le elezioni per non avere mantenuto le promesse fatte ma il nuovo governo di Romano Prodi non appare come la panacea - osserva il New York Times - Ha deluso fin dalla sua prima scelta: un governo con ben 102 ministri o sottosegretari, un nuovo record negativo.

Il malessere degli italiani si estende anche all'arte: non ci sono più i Fellini, i Rossellini, le Loren. «Il cinema italiano, la sua Tv, arte, letteratura e musica sono raramente considerate all'avanguardia», afferma il giornale. Tra i pochi aspetti positivi c'è il prestigio che continua a circondare il marchio Made in Italy. Ma l'Italia deve stare ben attenta a non seguire il destino della Repubblica di Venezia, una delle città più belle del mondo diventata, dopo la perdita del dominio commerciale, quello che è oggi: «Uno splendido cadavere calpestato da milioni di turisti». L'Italia, immersa nella sua grandezza del passato, costretta a vivere sui turisti anziani che continuano a visitarla, rischia di diventare - conclude il New York Times - la Florida dell'Europa, il paradiso dei pensionati.



Qui l'articolo del NYT
Qui come ci vedono

domenica 9 dicembre 2007

Cult movie #4

Se la mia vita fosse un musical

Se la mia vita fosse un musical credo che, innanzitutto, sarei doppiato. Sì, perchè Natura, tra le altre cose, non mi ha dotato di una gran bella vocina. Perciò magari mi impresterei la voce di qualcuno che ci sa fare.

Bene, detto questo, stabiliamo la location. Catania no. Non chiedetemi perchè, ma un musical ambientato nel profondo sud italiano non mi ispira. Non mi elettrizza. Insomma, preferisco ambientare la mia vita in musical altrove. Un posto a caso. Cazzo, non mi viene in mente alcun posto a caso. Ecco, diciamo che nel Paese di non-troppo-lontano-ma-abbastanza-lontano-dagli-influssi-dialettali-locali abitava un giovane pulzello simpatico e coccoloso. No. No. No.
Diciamo che se la mia vita fosse un musical sarei più depresso di quel che mi costringe ad esserlo la mia vita in prosa. Perciò meglio lasciar perdere.

E invece la mia è una storia di continue delusioni. Sì, una scena dietro l'altra di deludenti addii e improbabili arrivederci.
Un musical qualche musichetta stupida e orecchiabile potrebbe forse rendere meno scontato l'eterno esito di ogni mia situazione. E ancora una volta torna il Natale.

domenica 2 dicembre 2007

"Dire, Fare, Baciare, Lettera, Testamento"

Ed eccomi qui, nominato da Violetta ...

Dire: voglio dire "grazie" alle persone che mi sono state vicino durante quest'anno, che va a concludersi a breve. Un anno complicato, che però è stato superato, penso, dignitosamente. Grazie a quei "pochi ma buoni" (oddio, sto per diventare politically correct!) . Dunque, direi anche un sonoro FANCULO alla mia cattiva stella. Arginerò l'onda.

Fare: innanzi tutto, vorrei viaggiare, andare magari a New York City. Non so bene ancora però se per abitarvi o girarvi qualche giorno da allucinato turista. Ecco, e poi, da fare mi restano i dannati esami del terzo anno di lettere classiche, ma sopratutto LUI: l'esame di LETTERATURA GRECA.

Baciare: la dolente nota. L'ultimo ricordo affettuoso che ho di mia madre è lei che la mattina del mio compleanno mi sveglia con un bacio. E il bacio anche di chi mi lasciava con un arrivederci e che invece era un addio. Confido in un bacio che sia un ti voglio bene, un "ti amerò per sempre".

Lettera: scelgo lei, la ELLE (che deliziosa citazione indiretta per una delle mie più care amiche!). L come libri, che mi accompagnano da sempre ognuno con il loro universo. L come Love, questo assoluto per me finora introvabile, cui tutto verte, cui tutto va. L come lavoro, che spero possa essere per me fonte di realizzazione, di piena soddisfazione. L come... non saprei.

Testamento: io ho fatto testamento per la prima volta appena ho compiuto 18 anni. Sì, penso con naturalezza alla mia morte, ma con angoscia a quel che sarà del mio ricordo e delle mie COSE appena me ne sarò andato. La mia vita di basa sulle cose che ho, che mi circondano, che accumulo. Io sono le cose che ho scelto di avere. Sono molto materialista da questo punto di vista. Da qui l'esigenza di lasciare una "parte" di me a chi ritengo un mio amico. Ed ecco che si spiega così la soluzione per non farmi dimenticare: l'illusione che gli oggetti possano essere il modo per non far perdere di me il ricordo. Magari, se troverò mai l'ispirazione, lascerò un libro, scritto proprio per deliziare quelle generazioni future per le quali oggi spero, in un qualche modo, di essere utile.

Giro l' invito a Loris, Carla, Ale e Liz

mercoledì 28 novembre 2007

La situazione di mamma Rai non è buona


Io mi chiedo perchè Celentano possa decidere di pubblicizzare il proprio cd in uscita tramite un programma che è, effettivamente, solo un megaspot e, oltretutto, possa essere pregato per farlo. Ricevuto con tutti gli onori dal direttore della rete ammiraglia, il caro Del Noce, che all'epoca del tanto contestato Rock politik aveva avuto con il Celentano nazionale dei dissapori fino a parlare di rottura. E, sottolineo inoltre, che è stato anche pagato.

E' stato pagato per poter pubblicizzare il proprio cd in uscita.

Riflettiamo. Celentano è, senza dubbio, una icona della italianità nel mondo. Della musica italiana, anche. E se Adriano comincia a insultare gridare sbeffeggiare tutti lo ascoltano. E se dice le sue incommensurabili cazzate (perchè lui è rock nella misura in cui lo sono le sue improponibili crociate) pure i professori universitari il giorno dopo si sentono in dovere di commentarle.

E, dunque, ricapitolando, Celentano, facendo pubblicità al suo disco, fa tanta audience e, ri-dunque, raiuno può vendere più cari ancora gli spazi pubblicitari.

Però, se mamma rai vuole farmi credere che Celentano significhi ARTE in prima serata, io mi incazzo. E non mi si venga a dire che Celentano in televisione significhi che nella Rai ci sia libertà.

A sto punto sentirei l'urgenza di Promuovere una petizione:
Riportiamo TOPO GIGIO su raiuno.
Perchè, non lo sapete? Topo Gigio è troppo caro, e allo Zecchino d'oro è stato presente solo per la serata finale. Le altre sere è stato sostituito da un topo di serie b. Credo ingaggiato tramite un contratto di job on call.

I want to

Oh yeah, I’ll tell you something,
I think you’ll understand.
When I’ll say that something
I want to hold your hand,
I want to hold your hand,
I want to hold your hand.

Oh please, say to me
You’ll let me be your man
And please, say to me
You’ll let me hold your hand.
Now let me hold your hand,
I want to hold your hand.

And when I touch you I feel happy inside.
It’s such a feeling that my love
I can’t hide, I can’t hide, I can’t hide.

Yeah, you’ve got that something,
I think you’ll understand.
When I’ll say that something
I want to hold your hand,
I want to hold your hand,
I want to hold your hand.

And when I touch you I feel happy inside.
It’s such a feeling that my love
I can’t hide, I can’t hide, I can’t hide.

Yeh, you’ve got that something,
I think you’ll understand.
When I’ll feel that something
I want to hold your hand,
I want to hold your hand,
I want to hold your hand.


Beatles, 1963

domenica 25 novembre 2007

mercoledì 21 novembre 2007

Razza degenere.

Un risarcimento milionario per 54 anni di esilio. Lo hanno chiesto i Savoia allo Stato italiano. Sono esattamente 260 i milioni chiesti da Vittorio Emanuele e da suo figlio Emanuele Filiberto per i danni morali. I Savoia, inoltre, vorrebbero anche la restituzione dei beni confiscati quando nacque la Repubblica. Lo rivelerà questa sera un servizio di "Ballarò", la trasmissione condotta da Giovanni Floris su Raitre. I legali della ex casa regnante hanno avanzato la richiesta direttamente al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Romano Prodi. Il segretario generale della presidenza del Consiglio Carlo Malinconico ha risposto alla redazione di "Ballarò" che "non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia, ma pensa di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per le responsabilità che ha avuto nella storia italiana".


Censurate il film di Faenza!!!


Io mi ritengo offeso. Faenza ha demolito uno dei capolavori della Letteratura Italiana. Nonchè uno dei miei romanzi preferiti.

I Vicerè si meritano un'altra possibilità.

Spero che chi sia rimasto come me deluso da questo film non pensi che De Roberto fosse così mielosamente scontato.

La trama del romanzo è ricca di colpi di scena, di momenti indimenticabili, di scorci impressionanti.

Di impressionante in quel che ho visto stasera c'è soltanto la sceneggiatura. Una improponibile cazzata. Scusate il francesismo.

Dunque, cogliete il mio invito: leggete I Vicerè. E poi ditemi.

martedì 13 novembre 2007

Disastro ambientale


A causa di una violenta tempesta 5 navi sono state gravemente danneggiate e stanno ora riversando il greggio che trasportavano nel Mar Nero.
E' un disastro ambientale di proporzioni enormi. La macchia nera si è già espansa, l'ecosistema è più che a rischio. Anche i militari sono coinvolti nelle operazioni di arginamento dell'emergenza.
Ma già più di 30.000 uccelli sono morti.

sabato 10 novembre 2007

E finamente è arrivato


Si, è arrivato.
Pensavo a cosa poter scrivere in questa mattina di Novembre, e invece la risposta mi accarezzava la pelle da quando mi sono svegliato. E' arrivato il freddo.
Ora vi spiego perchè lo amo.
Anzi, non sono nemmeno certo di essere in grado di spiegarlo. Però so che è' una di quelle passioni che nascono fin da quando si è piccoli.
Io non ho mai amato particolarmente l'estate. Nemmeno da piccolo, appunto. Anzi, proprio da piccolo mi mettevo sempre alla finestra sperando di vedere nevicare. A Vittoria. In Sicilia. A sud di Tunisi.
Credo che la mia dedizione per le attese frustranti sia proprio iniziata all'epoca.
Ero così preso da queste immagini invernali da cartone animato che una volta, non so dopo aver mangiato cosa, ho visto calare dal cielo dei candidi dischi di neve. Si, proprio la neve come la disegnano nei cartoni animati giapponesi. Bene, credo che questo basti a far capire molto di me.
Oggi, io amo il freddo. Le coperte. La cioccolata calda. E a volte anche il the. Ma non troppo caldo, non lo reggo!!! Ecco, e poi amo uscire la mattina e venire avvolto da questo manto gelido. Magari con il cielo terso. Si, perchè se la giornata è tersa, in inverno, il freddo è più intenso.
Cosa c'è di più perfetto?
Vorrei che tutto l'anno fosse un lungo inverno, senza pioggia.

lunedì 5 novembre 2007

Donne #1


Vedendo sfilare Napoleone III sul suo bianco destriero trionfante,

la contessa di Castiglione disse :

"Io quella testa l'ho avuta tra le gambe".

sabato 3 novembre 2007

mercoledì 31 ottobre 2007

lunedì 29 ottobre 2007

Tributo a Chiara Castellani


A ventisei anni, specialista in ginecologia e ostetricia, Chiara parte per il Nicaragua. E' il 1983. Con l'entusiasmo dei primi passi si dedica a far nascere "niños morenos con tanti capelli che, quando escono fuori, gridano l'inizio della loro grande avventura, in questa terra strana, audace. Dove anche sopravvivere è una folle scommessa. Ma dove vale sempre la pena di scommettere", come scrive nelle sue lettere. A Waslala, fra montagne del Nicaragua, diventa per necessità chirurgo di guerra sul fronte dei sanguinosi scontri fra sandinisti e contras. I suoi sogni di giovane donna, da poco sposata, e di medico che porta la vita, s'infrangono contro la drammatica realtà dei morti saltati in aria sulle mine o falciati dalle katusce. Per sette anni "Doctora Clarita" si batte per la pace e per la ricostruzione del paese con dedizione totale e senza arrendersi alle tentazioni di fuga.

Terminata nel 1990 la missione in America Latina, parte per l'Africa, il continente sognato sin da bambina. L'AIFO, Associazione Italiana "Amici di Raoul Follereau", le affida la direzione di un ospedale fantasma, abbandonato dai belgi a Kimbau, regione del Bandundu, nello Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo. È la scoperta di un'Africa bellissima e terribile, affascinante e sconvolgente nelle sue contraddizioni e nelle ferite che non si rimarginano mai. Unico medico per centomila abitanti in una zona di 5.000 chilometri quadrati, anche dopo la mutilazione del braccio destro, continua a lottare, per salvare vite umane e promuovere il diritto alla salute. Nei villaggi dimenticati della foresta e nell'ospedale con quattrocento ammalati, senza acqua, senza energia elettrica, con scarsi medicinali, è per tutti "Mama Clara". Quando scoppia la guerra fra Mobuto e Kabila le condizioni già difficili del paese diventano drammatiche. Nelle lettere che scrive al lume di candela sulla vecchia Olivetti, lei grida i massacri, le violenze e le crudeltà, il martirio di migliaia di persone, l'epidemia di Ebola, il diffondersi della Tbc e dell'Aids. Sono il corollario inevitabile della povertà e dell'ingiustizia, delle sopraffazioni e delle violenze del più forte, delle complicità e delle responsabilità dei governi che sfruttano gli scontri etnici per i propri interessi economici e di potere. Ma Chiara non si arrende. L'accompagnano i ricordi, i volti, le vicende del Nicaragua che si mescolano alle nuove sfide ed alle nuove avventure, unendo i campesinos dell'America Latina agli abitanti del Congo in un'unica struggente scommessa: non togliere ai poveri la possibilità di sognare un futuro diverso.

Di Chiara Castellani si può trovare in libreria un "Una lampadina per Kimbau", il diario sofferto e meraviglioso della sua vita.
Il libro si intitola così perché è in corso la realizzazione di quel progetto di piccola centrale idroelettrica che consentirà di accendere a Kimbau, nell'ospedale e dintorni, non solo la "lampadina" ma anche una speranza in piu'.


Intervista a Chiara Castellani: http://italy2.peacelink.org/kimbau/articles/art_11125.html

Aiutare Kimbau è possibile

Si può contribuire nel seguente modo:
- carta di credito American Express - Visa - Mastercard: telefonare al n. verde 800 550303 (AIFO)
- versamento postale: C.C.P. 7484 intestato ad AIFO
- versamento bancario conto corrente bancario: AIFO conto n.505050 - Banca Popolare Etica Padova - ABI 5018 - CAB 12100 - CIN Z
Importante: non inviare materiale, i generi di prima necessità sono in genere reperiti in loco.
N.B.: NELLA CAUSALE CONSIGLIAMO DI INDICARE UNA DELLE SEGUENTI CAUSALI
- Kimbau spedizione container (in questo momento è OBIETTIVO PRIORITARIO)
- Kimbau ospedale
- Kimbau centrale idroelettrica

jealous guy

I was dreaming of the past
and my heart was beating fast.
I began to lose control
I began to lose control.
I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry oh well
I didn't want to hurt you
I'm just a jealous guy.
I was feeling insecure
you might not love me anymore.
I was shivering inside
I was shivering inside.
I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry oh well
I didn't want to hurt you
I'm just a jealous guy.
I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry oh well
I didn't want to hurt you
I'm just a jealous guy.
I was tryin' to catch your eyes
thought that you was tryin' to hide.
I was swallowing my pain
I was swallowing my pain.
I didn't mean to hurt you oh well
I didn't mean to make you cry.
I didn't want to hurt you
I'm just a jealous guy. oh well
I'm just a jealous guy. oh well
I'm just a jealous guy.


John Lennon

domenica 28 ottobre 2007

De inutilitate amoris

Non ci da pace.
Non ci fa lavorare a pieno ritmo.
Non ci fa pensare razionalmente.
Non ci fa dormire. E quando vogliamo uscirne non ci riusciamo.
Ci annebbia la mente.
Non riusciamo più a sentire l'affetto di altri se non di loro.
Diventiamo gelosi.

Ecco perchè gli angeli sono nè maschio nè femmina.

domenica 21 ottobre 2007

Le ragioni della Fenice

Liberiamoci subito dall'ipotesi malevola. Dell'idea che J.K. Rowling e i suoi editori si aspettassero di vendere (ancora) più copie del settimo e ultimo Harry Potter; e che per stimolarle abbiano lanciato un petardone a scopo pubblicitario. Liberiamocene perché la scrittrice è attualmente più ricca della regina d'Inghilterra; ed è, come si diceva una volta, una sincera democratica. Insomma, se ha dichiarato che Albus Silente è gay, deve averlo fatto per senso civico. Silente è il preside della scuola di magia di Hogwarts, il mentore di Harry, la grande autorità morale dell'intera saga. Nel sesto libro viene ucciso. Nel settimo, Harry Potter e i Doni della Morte, si scoprono molte cose della sua vita e del suo passato; che chi scrive non può raccontare anche se sarebbero utili a spiegare la gayezza del preside. La traduzione italiana uscirà il 5 gennaio prossimo; però sono interessantissime, giuro.

Ma insomma (questo si può dire) alla fine la memoria di Silente ne esce prestigiosamente intatta, anzi. E così è altrettanto prestigioso l'outing dell'autrice. Certo, sui blog harrypotteristi si discuteva da anni della presunta omosessualità del preside (mai una fidanzata, e sì che di streghe a Hogwarts ne circolavano). Ma su quei blog si legge qualunque cosa. Magari è andata in un altro modo. Durante un incontro a New York con centinaia di fans, Rowling ha voluto far sapere al mondo che il suo personaggio più rispettato — un anziano intellettuale/mancato statista per scelta, una specie di Carlo Azeglio Ciampi più Sandro Pertini più Norberto Bobbio più lunga barba bianca — aveva inclinazioni sessuali per molti, tuttora, poco rispettabili. Alla faccia loro (di quelli che pensano siano poco rispettabili).


E per insegnare qualcosa ai ragazzini, è probabile. Che quando usano parole come «ricchione» o «busone» (e altre) per offendere qualcuno, insultano anche l'unico adulto a cui forse, se esistesse, darebbero retta. Che è normale essere gay e coraggiosi, gay e carismatici, gay e sprizzanti matura (un po' decrepita, vabbè) virilità. E poi, l'outing di Albus Silente è un passaggio epocale. Per la prima volta uno degli eroi di una serie di bestseller globali e per di più per ragazzi (vabbè, siamo tutti ragazzi in questi casi) è proclamato omosessuale dall'autore. Ora ce ne saranno altri, forse, e non ci si dovrà accontentare dei battutoni (sempre presenti nella cultura occidentale, da Eurialo e Niso a Batman e Robin). Però. Adesso quand'è che Rowling ci conferma che la prof McGranitt è lesbica? Lo pensiamo in tanti, ci insospettisce la passione per il Quidditch; e anche lei va liberata dall'ipocrisia, che diamine.

Maria Laura Rodotà

sabato 20 ottobre 2007

venerdì 19 ottobre 2007

Coming back

Sono tornato a casa, a Vittoria. E ho risentito qui l'odore dell'autunno. Il profumo delle foglie di loto che marciscono in giardino. E il vento, che porta dentro il lezzo dell'olio di sansa prodotto in periferia. E le castagne, la pasta reale, i cachi. E le nuvole. L'uva, i melograni e l'olio appena spremuto.

Benvenuto Autunno.

martedì 16 ottobre 2007

lunedì 15 ottobre 2007

Mafia, il pm chiede 8 anni per Cuffaro


La condanna ad 8 anni di reclusione, per favoreggiamento aggravato e rivelazione di segreto d'ufficio, è stata chiesta dalla pubblica accusa per il presidente della regione siciliana Salvatore Cuffaro al termine delle requisitoria al processo "Talpe alla Dda".

Il procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone ha anche sollecitato il tribunale di Palermo ad infliggere 18 anni di carcere all'imprenditore Michele Ajello, il cosiddetto "Re Mida" della sanità siciliana, accusato di associazione mafiosa.

Dopo una camera di consiglio durata poco più di mezz'ora la terza sezione del Tribunale di Palermo ha deciso di far proseguire il dibattimento Talpe alla Dda con la requisitoria dei pm. Nonostante l'istanza presentata dalla difesa, così, il processo non verrà sospeso anche se gli atti averranno mandati alla Cassazione, che dovrà decidere sulla richiesta dei legali di Salvatore Cuffaro di rimettere gli atti a un'altra sede giudiziaria per «la grave situazione ambientale» che si è creata dopo la spaccatura tra i pm del processo e il vertice della Procura di Palermo sul tipo di creato da contestare al presidente della Regione Sicilia.

La requisitoria sta andando avanti e nella giornata di oggi, con anticipo rispetto alle previsioni, potrebbero arrivare le richieste di pena dei pm.

tratto da http://www.unita.it/

sabato 13 ottobre 2007

Rita Levi Montalcini è ROCK


GUAI A CHI ME LA TOCCA!

venerdì 12 ottobre 2007

Kebab for Breakfast

Si parla spesso di tv intelligente e non. Nella televisione italiana si parla francamente troppo della televisione. E magari si parla della televisione intelligente durante i talk-show. Tra un reality e l'altro. Dio benedica i reality. Almeno gli italiani non devono sorbirsi soltanto le starlette e i criminologi che parlano della tv-spazzatura.
In Italia si producono tante fiction. Ho notato, soltanto di recente, alcuni fatti interessanti. Che raiuno produce fiction quasi tutte d'argomento agiografico. A tratti il palinsesto della rete ammiraglia della rai
sembra una pagina del glorioso calendario di Frate Indovino. Mi direte che dimentico Nonno Libero. Beh, però anche sto Medico in famiglia (uno nuovo per ogni serie) oramai fracassa i nostri santi maroni.

Detto questo passiamo, per par condicio, alle gloriose reti mediaset.
Bene, qui, ovviamente, si offrono altri esempi fulgidi di virile e ammirevole italianità: Carabinieri, RIS e Distretto di polizia. Ecco, qui invece ci ritroviamo tra le tette della Arcuri, i cadaveri di turno e le lacrime del solito omino che offre la sua vita per risolvere il mistero di turno. Una imitazione a mio parere fantozziana delle varie esperienze americane di serials scientifico-polizieschi.
Chiediamoci: le fiction italiane sono comprate all'estero? lascio a voi la risposta.

Ecco, tornando a mediaset, un esperimento nuovo è stato il tanto atteso sceneggiato (perchè questo è il nome italiano della cara fiction) che avrebbe dovuto parlare dello scontro di culture diverse, di multi-culturalità.
Ovviamente parliamo de "I Cesaroni". Il massimo che hanno osato proporre è la storia di due famiglie(una romana e l'altra milanese) che vanno a convivere. Mon dieu. Si, hanno effettivamente rivoluzionato i clichè culturali e le idee. Ma di chi?

In Germania uno dei più grandi successi del momento è Turkisch fur Anfanger che su mtv è intitolato Kebab for breakfast.
Metti sotto uno stesso tetto una famiglia turca e una famiglia tedesca: una psicoterapista teutonica e deliziosamente imbranata; un uomo turco e per giunta poliziotto (lo immaginate in italia in tv un commissario di colore?); due adolescenti arrapati; una suorina islamica: ed eccovi creato il giusto mix tra satira, commedia e multi-culturalità.

giovedì 11 ottobre 2007

mercoledì 10 ottobre 2007

Le 10 cose da fare prima di morire

1. Fare shopping folle a Parigi
2. Abitare un anno a New York
3. Imparare una lingua orientale
4. Scalare una vetta alpina
5. Pubblicare un libro di successo
6. Baciare in bocca Madonna
7. Risolvere un giallo
8. Snobbare chi so io
9. Fare sesso fino a sentir male
10. Fare il giro del mondo con la persona che amo

E VOI? sono curioso di sentire le vostre 10 cose irrinunciabili...

martedì 9 ottobre 2007

Slide

ed io non so chi voglia amare ormai se non il mio dolore

venerdì 5 ottobre 2007

no tomorrow

All around me are familiar faces
Worn out places, worn out faces
Bright and early for their daily races
Going nowhere, going nowhere
Their tears are filling up their glasses
No expression, no expression
Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow, no tomorrow

And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I'm dying
Are the best I've ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It's a very, very mad world mad world

Children waiting for the day they feel good
Happy Birthday, Happy Birthday
Made to feel the way that every child should
Sit and listen, sit and listen
Went to school and I was very nervous
No one knew me, no one knew me
Hello teacher tell me what's my lesson
Look right through me, look right through me

And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I'm dying
Are the best I've ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It's a very, very mad world ... world
Enlarge your world
Mad world

Wait

Spleen

Di questi tempi ho la sensazione di essere lontano da tutto ciò che è veramente vivo.
Sento di non vivere pienamente. Di non essere al posto giusto al momento giusto.
Ma questa sensazione dura da mesi, ormai.

La soluzione? beh, non ho nessuno che me ne possa regalare una.
Nè, penso, l'accetterai da coloro che mi circondano.

Non reggo la pesantezza della quotidianità.
Se me ne allontano rischio di sentirne terribilmente la mancanza.

Non dovrei essere qui. Ora.

domenica 30 settembre 2007

Like a prayer

Ci commuoviamo a sentire dei monaci e delle monache che in Myanmar lottano per la libertà del proprio popolo oppresso.
Ci divertiamo, francamente tanto, a sentire delle suore di clausura nostrane che, nonostante l'età avanzata, se le danno di SANTA ragione per motivi di successione.
Sarebbero, infatti, motivi di mera venialità a celarsi dietro ai turbolenti avvenimenti in quel di Bisceglie, in Puglia: dopo la morte di suor Agnese e di suor Candida le restanti hanno elaborato il lutto per le care estinte a suon di menate. Nel senso che una di loro è pure andata a finire all'ospedale contusa. La madre badessa viene accusata dal vescovo, addirittura, di insubordinazione. Le altre due sono state rispedite a casa. Alla madre badessa, rimasta sola, viene dato ordine di lasciare il convento. Secondo me ha ceduto perchè non aveva niente da tenere in ostaggio. Dicono che le hanno ciullato via pure l'ostia consacrata.
Io mi sto qui ad immaginare il povero vescovo a parare i colpi di una suora inferocita. Alla fine si è rotto e ha chiuso il convento di Santa Chiara.

Nell'ambito della chiesa cattolica si parla di crisi delle vocazioni. Nell'ambito della società italiana non ci si meraviglia del ruolo della chiesa come eminenza grigia della politica.

Ma se tornassero a pregare e a lasciare ad altri la politica propriamente detta? se non sanno più concepire il valore della vita consacrata in comune non mi stiano a parlare di valori etici e morali.

Vadano in Myanmar, piuttosto, a imparar qualcosa.

sabato 29 settembre 2007

venerdì 28 settembre 2007

Espiazione

ABBATTETELA.

In nome di tutti gli innamorati perduti nei secoli

mercoledì 26 settembre 2007

La taglia della discordia


Alla domanda dei giornalisti su quali libri preferisce, la nuova e contestata miss Italia Silvia Battisti ha risposto candidamente:
«Solo libri di attualità, ho appena finito “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”».
Ora, senza nulla togliere al capolavoro immortale dell'opera foscoliana, alle molteplici implicazioni politiche ed esistenziali che essa contiene, io mi chiedo con quale cognizione di causa lei lo abbia definito un libro di attualità. Si sarà forse confusa con l'ultimo libro di Federico Moccia, suppongo. Magari da domani aspetteremo con ansia di vedere il bel Scamarcio interpretare un consumato e deluso Jacopo a cavalcioni di una scalcinata cavalla d'altri tempi. Mezzo di locomozione unico per i belli e dannati del diciannovesimo secolo, pardon...
Comunque sia, la nuova miss Italia è stata fatta. Eletta a furor di popolo. E mi riferisco al furore delle altre miss in gara che hanno reagito mostrando un lato B che loro non avevano mai mostrato. E non mi riferisco al divin-didietro ma al loro caratterino. Che bello. Finalmente in televisione abbiamo visto le vere donne. La Loretta incazzata perchè trascurata. Le giovani floride esemplari dell'italica beltà infuriate contro l'elezione di una miss Italia definita senza troppi giri di parole anoressica.

Alta 1 metro e 80 per 51 chili scarsi, certamente la bella Silvia non potrebbe sfilare in Spagna, per le nuove norme imposte al mondo della moda dal governo Zapatero per arginare il problema delle modelle anoressiche. Lei è stata preferita ad altre ragazze, di certo molte più dotate di lei. E non intendo dotata intellettualmente.
La grande eliminata (dalla giuria) è la bellissima Ilaria Capponi, 1 metro e 82 per 59 kili. E perciò non è che si stia parlando di una novella Giunone, ma di una bella ragazza tutta curve. Come avrebbe detto il nostro caro nonnetto Mike se non fosse stato troppo impegnato a non guardare a non sentire a non cagare di striscio la mia cara Loretta Goggi.

E si, questa miss Italia è diventata uno scontro tra titani. I due grandi vecchi indispettiti fino alla fine. Ma per fortuna! Io mi sono gustato ogni minuto della trasmissione solo per sentirli parlare l'uno sull'altra, per vederli ignorarsi beatamente, per i gustosissimi fuorionda che una non impeccabile regia si lasciava scappare quasi di continuo.

Bene, ricapitoliamo. Donne incazzate (tante donne incazzate, cento meno una, la vincitrice; e Loretta, e dunque ancora cento); nonnino incazzato e indispettito. Wow. Confessiamolo, dai. Non ci siamo sentiti veramente a casa?

martedì 25 settembre 2007

tieni e facci quello che vuoi

Sei stato anche tu un bambino.

Immagino i tuoi occhi impauriti nella notte.

Non hai chiesto però aiuto, oggi.

E ti sei addormentato, solo.

Per Fede. Addio.

domenica 23 settembre 2007

No one belongs here more than you


I personaggi della raccolta di Miranda July sono folgoranti. Tremendamente seducenti.
Ridicoli. Aberranti. Goffi. Alienati. Incapaci di cimentarsi con la vita.

Il loro è un viaggio pieno di stupore attraverso gli aspetti più insignificanti del quotidiano e dell'ordinario.

Ed ecco insinuarci nel mondo incantato e immaginifico, magico e poetico, sexy e tenero di ognuno di questi inetti.

Miranda July dedica questa raccolta di racconti - favole di una modernità stridente - a chi è strano e sa di esserlo.

http://mirandajuly.com/


"Qualcuno si sta eccitando. Qualcuno da qualche parte sta tremando di eccitazione perché a questa persona sta per succedere qualcosa di straordinario. Questa persona si è vestita per l'occasione. Questa persona ha sperato e sognato e adesso sta succedendo davvero e questa persona stenta a crederci. Ma qui non si tratta di crederci o meno, il tempo della fede e delle fantasie è finito, adesso sta succedendo davvero e ormai bisogna solo fare un passo avanti e un inchino."

tratto da "Tu più di chiunque altro" Feltrinelli

Nuvole#1

Express Yourself

Sento di avere ben poco da comunicare. Sarà un esercizio della mente e dell'animo scrivere quanto più spesso possibile ciò che sento e ciò che vedo.

Oggi siamo stati a cena sul mare.

Il mare era una grande occhio che ci guardava, nel silenzio del litorale.

Non sono sceso a sentire se l'acqua era fredda. Non mi andava di sentire la sabbia.

Il vento si insinua tra le tende e le sbatte.